Raccontare, per non dimenticare. E per non ripetere.
Don Carlo San Martino Lucino
Come si può raccontare l’orrore dell’Olocausto agli studenti? Come è possibile parlare della Shoah e del Giorno della Memoria anche se sono lontani dal periodo storico che stiamo vivendo?
La Memoria non si insegna. Ma si può vivere e sperimentare. E noi abbiamo voluto dedicarle uno spazio importante, nella giornata della memoria, il 27 gennaio.
La Giornata della Memoria non serve solo a commemorare quei milioni di persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà ormai quasi 80 anni fa. Serve a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Spesso noi stessi ne siamo gli autori, senza rendercene conto.
Per evitare che una tragedia come quella dell’Olocausto si ripeta occorre ricordare e soprattutto capire. Uno strumento importante per farlo è quello di ascoltare la viva voce dei testimoni e di chi è stato direttamente coinvolto negli avvenimenti. Con gli studenti della classe seconda della secondaria abbiamo così deciso di ascoltare un’intervista a Liliana Segre, nella quale la senatrice ripercorre brevemente alcuni episodi salienti della sua vita e tocca i temi dell’odio, ma anche dell’amore e della speranza. A seguito della visione del video, i ragazzi hanno sviluppato poi diverse riflessioni in merito. Ad ognuno di loro sono stati dati due post-it, simboleggianti il “male” e il “bene”: uno su cui scrivere qualcosa di negativo, estrapolato dalle parole della Segre o dalla nostra discussione; un altro su cui invece indicare qualcosa che facesse da contraltare positivo. Tante le riflessioni emerse: odio – amore, indifferenza – incontro, separazione – umanità ( con riferimento all’episodio della separazione di Liliana Segre dal padre, contrapposto ad un episodio di estrema umanità e amicizia che la stessa senatrice ha vissuto nel campo di concentramento).
“Tutti i giorni sono il giorno della memoria, per chi quella strada l’ha percorsa, per chi ha visto, per chi ha sentito, per chi ha fatto un passo dopo l’altro, una gamba davanti all’altra nella marcia della morte”, dice Liliana Segre. La giornata della memoria è una, vero, il 27 gennaio. Ma è dal 28 gennaio che bisogna continuare a ricordare. Per non dimenticare.
Per le classi prima e terza secondaria, il ricordo dell’olocausto ha avuto invece una veste artistico-musicale.
Le classi, infatti, con l’occasione hanno ascoltato e analizzato il brano “Neve diventeremo” della band 7Grani.
Il brano, cosi come l’intero album da cui è tratto, è dedicato alla memoria della Shoah.
La canzone è stata scritta in memoria del partigiano istriano Radovan Zuccon deportato a Buchenwald dai nazisti in campo di concentramento, il quale, sopravvissuto anche dopo una lunga e travagliata vicenda sotto la dittatura titina negli anni ’50, si stabilì ad Albiolo, un paese in provincia di Como.
Partendo dal testo del brano ascoltato, i ragazzi hanno dato il via a una discussione, andando poi a scrivere su un post-it il verso della canzone che più li ha colpiti, con la propria motivazione.
I campi di concentramento sono i testimoni più forti che rimangono…
Dimenticare vuol dire lasciare indietro una parte di noi…
Chi non riesce a smettere di sognare?
Il campo intorno a noi è il grigio testimone….
Queste solo alcune delle riflessioni emerse dai ragazzi, in questa giornata dedicata alla memoria dell’Olocausto.
Una giornata per non dimenticare, certo, ma anche per creare consapevolezza nei futuri adulti di domani e per sensibilizzarli ai temi di rispetto, altruismo e solidarietà e per rafforzare una posizione condivisa e radicata nella società che contrasta odio, razzismo e discriminazione, potenti e distruttive armi che, purtroppo, da sempre sono alla portata dell’uomo.